martedì 31 gennaio 2017

Foto Santiago de Compostela

Chiesa di Santiago de Compostela

Piove sulle antiche pietre che, modellate ad arte, formano la meta del cammino. Sensazione strana, la facciata è tutta in opera, non si vede nulla, gli operai lavorano sotto l'acqua, rumori e grida, colpi di martello e rumore di ferro. Da dentro, tutta la sensazione è amplificata, ogni rumore rimbomba come in una cassa armonica, impossibile anche solo fare una foto al portico della Gloria, le transenne sbarrano l'accesso. Divieti enormi ricordano alle persone di non entrare con la mochila, guardie di sicurezza dentro la cattedrale vigilano orde di turisti. Per un istante chiudi gli occhi, mi immagino la costruzione della chiesa, i rumori, il freddo e la pioggia mi trasportano in un epoca che posso solo immaginare. La sensazione di umidità è molto forte, saluto Tiago da parte di alcuni amici, riesco ad avere un momento libero per abbracciarlo, per salutarlo come si deve. Sulle pietre del colonnato marchi, firme, simboli appartenenti ad un era sempre ben nascosta dallo sguardo ufficiale. Infine, che sia Santiago o Prisciliano non fà molta differenza, la grande differenza la fa la fede di ogni persona che arriva dentro questa chiesa, l'anno appena passato parla di circa tremilioni di genti, venute da ogni dove. Il cammino è solo una piccola parte del flusso. Anche la messa del pellegrino la dicono in una cappella laterale, la navata centrale è in restauro, tra quattro anni cadrà di domenica il venticinque luglio,bisogna preparare l'abito per le grande occasioni. Mi sorprende molto la predica del cura, parla del Pastor Alemán, non dell'ultimo, di come l'amore sia uno strumento di Verità. La messa è breve, poca gente. Poi via tutti, il pavimento è una scacchiera bianconera, sulle pareti la spada di Santiago è dipinta in un rosso acceso, la conchiglia adorna parte delle parete, segni di maestri passati di lì per apprendere e continuare il loro camminano, ne è piena tutta la cattedrale. Molte cose, causa lavori sono inaccessibili, oggi non mi tocca il botafumeiro, si può pagare per vederlo al museo. Incontro un altro paio di pellegrini, alcuni già visti altri no. Per uscire ti fanno passare per la tenda oficial de la iglesia. Son tornati i venditori nel tempio,  magari sarà vicino anche il ritorno del Re?

lunedì 30 gennaio 2017

21 FOTO

21 TAPPA

La sveglia è alle 8. Nessuna intenzione di partire tanto presto neppure oggi. Alle 6 c'è già chi esce, mi chiudo nel sacco a pelo e dormo un altro po'. Al primo rintocco di sveglia mi alzo. Anche oggi piove. L'ungherese è di sotto a fare Colazione, lo saluto,passo al bar aperto. Gli dico che ci vediamo in cammino. Esco e piove, dopo trecento metri mi fermo al bar, cafè cortado,zumo de naranja y tostadas con mermelada y mantequilla. Mangio tranquillo. Il barista mi dice che stanno aspettando l'acqua, è stato un inverno secco e molte riserve si stanno svuotando, sono preoccupati per quello che sarà. Pago e riprendo a camminare. La salita di Pedrouzo è semplice, nulla di impossibile, bisogna solo fare attenzione nell'attraversare la strada per il traffico ,fuori da lì nessun problema. Il cammino è veramente molto bello e suggestivo, pioggia e vento lo rendono mistico ed intimo ad un livello nuovo. Mi fermo a Lavacolla Dove trovo l'ungaro, due chiacchere, mi scrive anche Oriano, un caffè ed un Aquarius de naranja e riparto. Alla webcam  situata nei pressi della TV di Galicia Oriano mi fa uno screenshot, grazie mille grande capo. Riprendo il cammino, passo per Monte do Gozo ed ogni volta mi chiedo se è servito realmente a qualcosa togliere una collina per far spazio ad un mega complesso pellegrino. Comunque, stanno sistemando un po'di cose, sembra ci siano euri disponibili. Entro a Santiago da solo, non so dove sia l'ungherese. Era davanti a me. L'arrivo è sempre interiore, decido di non perdere tempo e vado alla nuova officina del pellegrino, senz'anima, vuota, indifferente, lontana da tutto. La sensazione non è il massimo, ciao ti giusto il tempo di fare le carte, rivedo un paio di pellegrini che saluto. Torno in piazza ma la tecnologia oggi non ci sente, mi si spegne il telefono così decido che la foto dalla web la farò più tardi. Mi fermerò a Santiago de Compostela un paio di giorni, grazie ad un regalo speciale da parte di Cecilia.

Nei prossimi gironi voglio scrivere ancora qualcosa sopra il cammino. 

domenica 29 gennaio 2017

20 FOTO

20 TAPPA

Alle otto suona la sveglia, il pulpo di ieri sera, per fortuna, non rompe. I pimientos de padrón Sono sempre molto buoni. Mangio con l'ungherese e il malagueño, alle nove tutti a dormire. Stamattina alle 8 ed un quarto sono già in cucina per la colazione, ho un yogurt con plátano y dulce de leche, frutta ed una barretta di cereali. L'ungaro ha già mangiato. Partiamo alle nove, piove abbastanza, metto il poncho e lo toglierò solo per entrare in un paio di bar. I km, quando piove, scorrono via veloci, non c'è molto da fare, ne da vedere, saranno alcune ore nell'attesa di icontrare un bar aperto per un tè. Lo troviamo dopo circa 15 km, ad Arzúa. Ci fermiamo e mangiamo un mega panino, un Aquarius ed un tè per scaldarsi. Non fa freddo, ma il sudore che si produce sotto il poncho condensa ed inumidisce i vestiti, per fortuna non ho mai la sensazione di freddo tipica di queste giornate pellegrine. Dopo circa una mezz'ora di sosta ripartiamo, troviamo madre e figlia spagnole che stanno facendo il cammino, ci chiedono dove dormiremo,gli dico che l'idea è tirare fino a Pedrouzo, però vediamo come stiamo, l'ungaro ha un ginocchio che gli dà fastidio. Da parte sto bene, oggi per la prima volta cammino tutto il giorno con qualcuno. Al secondo bar mi prendo un altro te,lui una birra ed una zuppa, paga lui. Bar molto curioso, ci siamo noi e altri tre clienti, un signore, quando scopre che sono Messicano inizia a parlarmi dei Mariachi, e poi canta una canzone, ci fermiamo altri 10 minuti prima di riprendere il cammino. Dopo un pò arriviamo a circa tre km da Pedrouzo, sosta al bar, Aquarius e per lui una birra, invito. Ripartiamo ancora una volta che piove, mancano poco più di 3,5 km all' Albergue. Le parti di cammino sotto gli eucalpti sono favolose, poi l'ultimo pezzettino fatto alle 17 con pioggia e nebbia ha qualcosa di grande e misterioso che ti avvolge e ti abbraccia. Davvero magico. Finalmente arriviamo in Albergue, ci registriamo, faccende pellegrine, approfitto per fare anche il bucato. In Albergue c'è anche José, è partito tre ore prima di noi, troppo presto....Il tempo continua ad essere uggioso e piovoso, ma almeno sono arrivato. Tra un po' vado a mangiare. Aspetto che finisca l'asciugatrice, raccolgo tutto e raggiungo gli Altri al bar. Penso di mangiare  leggero stasera. Per domani danno acqua un'altra volta. Va bene lo stesso.

sabato 28 gennaio 2017

19 FOTO

19 TAPPA

Alle 8 accendono le luci, inizio a preparare le cose, quando scendo in cucina incontro El José de Málaga, guardandomi mi dice che ha fatto il turno di notte, è uscito alle 6 e mezza da Portomarín. Qui arriva verso le 8 ed un quarto. Ci sono anche l'ungherese, l'italiano e la bambina cinese. Stanno mangiando pane, wurstel,formaggio y embutidos. Mi mangio un arancia, un po'di cioccolato e mi bevo una bottiglia d'acqua, dieci per le nove sono in strada. Come sempre non vedo pellegrini, so che qualcuno è avanti, molti sono dietro. La prima pausa la faccio dopo un paio d'ore, tutto ok. Le varianti dei paeselli attraversati oggi sono sempre le solite, tutto chiuso e cani sciolti. Nulla di nuovo. Per fortuna, verso le 12 incontro un bar aperto, entro e ci sono già José ed un Argentino. Stanno mangiando un mega panino, ne prendo uno de lomo y queso, lungo circa 40 CM, a treeuriemezzo. Ne mangio la metà al Bar, l'altra me la porto per più tardi. Mi bevo il caffè del giorno e mi prendo un Aquarius de naranja. Dopo una mezz'ora di sosta riparto assieme a José, abbiamo lo stesso passo, mi parla di cammini,di politica di religione. Facciamo pausa a Palas de Rey e poi, ogni ora,facciamo almeno 10 minuti di pausa.
A Palas mi prendo un té, gli pago la birra, usufruisco di tapas gratis e dei bagni. Per uscire da Palas il cammino zizzaghea senza senso, prendiamo la strada e incontriamo ugualmente le frecce gialle. Piove e smette, ma oggi non metto mai il poncho. Per fortuna non è mai molto forte, telefono e documenti sono al sicuro nelle borse di plastica. I gtex fá il suo lavoro più che bene. A Casanova facciamo sosta all'Albergue municipal, un po' d'acqua, distendere un pò le gambe. L'hospitalera ci dice che ieri non è arrivato nessuno, ma loro devono stare lì fino alle 10, ci dice che non ferma molta gente perché è tutto chiuso, e se la gente non ha comida, è un problema.
Dopo la pausa riprendiamo a camminare,dopo 45 minuti incontriamo un bar che sembra aperto,nel dubbio entriamo, sembra una casa di qualche tempo fa, i signori, fedeli all'epoca che fu vestono ancora uguale, ci chiedono se vogliamo qualcosa, solo birra o bibita, caffè no, la macchina è scollegata, non passa molta gente così non la accendono. Comunque, José mi paga un Aquarius, riprendiamo la marcia ed inizia a piovere un po'più forte, tiriamo fino a Melide. Per me 32 km per lui son 40. Mando un SMS all'ungherese dicendogli che sono in un privato, costa uguale a quello della Xunta ma è tenuto molto meglio, le docce permettono un po' d'intimità, le camere sono nuove, è pulito e caldo. Come surplus c'è pure il WiFi gratis, macchina del caffè, cucina accessoriata, insomma non manca nulla. Quando arriviamo in stanza c'è una coppia spagnola mai vista, dopo circa 40 arriva l'ungherese e dopo poco tutta la banda di ieri, con la bambina cinese, la nonna, l'italiano etc. Saremo abbastanza anche oggi sembra.....

venerdì 27 gennaio 2017

18 FOTO

18 TAPPA

Mi sveglio rigenerato, grazie a chi mi aiuta sempre. Mi preparo in cucina, dopo due minuti arriva anche l'ungherese, si prepara a mangiare. Impacco tutto per bene, oggi lluvia, típico della Galicia mágica. Esco dall'albergue e mi fermo al primo bar per un caffè ed un po' d'acqua. Riparto e metto il poncho. Oggi pioverà quasi tutto il giorno. Per fortuna cammino tranquillo, il raffreddore è quasi scomparso, un vero sollievo. Il cammino in questi paesaggi è veramente molto bello ed introspettivo, cammino tutto il tempo solo, me la prendo leggera, a Ferreiros mi fermo in un bar. Mi prendo un tè, ed un panino per il tragitto, ci sono altri pellegrini. Riparto, per fortuna le temperature sono salite un po'. Verso le 13 mi fermo a mangiarmi El bocadillo de jamón, la metà come sempre. Poco prima delle 14 arrivo a Portomarín, entro in un supermercato per compare qualcosa da mangiare, più avanti non ci sarà nulla. Decisione saggia, da Portomarín sono otto km di pioggia e nulla, 15 minuti prima di arrivare esce un po'di sole. Tolgo il poncho ed entro in albergue. La hospitalera mi chiede se ci sono altri pellegrini, arrivo per primo, ne approfitto per una super doccia, ne approfitto per lavare ed asciugare un po' di cose. Mentre aspetto la Lavatrice mi preparo una zuppa in busta, arriva l'ungherese, ovviamente lo invito a mangiare, non si tira indietro. Gli offro la metà della zuppa, mentre mangiamo arrivano altri pellegrini, tra cui una signora con una bambina di 5 anni. Incredibile. Con loro camminano anche un Italiano ed un Argentino. Ci sono anche un sacco di Koreani. Stasera ci sarà un sacco di gente,le previsioni di incontrare più gente da ste parti erano corrette. L'albergue di Gonzar è veramente molto curato. Doccia ok, le camere anche, la cucina ha qualcosa per cucinare, non c'è nulla di aperto vicino, ma è tipico.

giovedì 26 gennaio 2017

17 FOTO

17 TAPPA

Albergue nella norma, dormo lì da solo. Non arriva nessuno. Alle 19 l'hospitalera mi accende il riscaldamento, mi chiude dentro e se ne va. Domani posso uscire quando voglio. Mi dice di non preoccuparmi. Purtroppo al risveglio un fastidiosissimo raffreddore mi fa prendere in considerazione di alleggerire la tappa di oggi. E pensare che ho dormito proprio bene, era calduccio, non c'era gente, 6 euro ben spesi...
Parto dopo le nove ma camminare oggi mi costa un sacco, fino a San Xil è una salita che, in un altro momento sarebbe stata più semplice. Me la prendo molto molto comoda. Nei paesini a cui mi avvicino è tutto chiuso, ed oggi, essendo in Galicia inizia a piovere. Ahahah, la prendo con filosofia. Cerco di bere più acqua possibile camminando, ho comprato un limone e,il mezzo rimasto me lo mangio così, come fonte di vitamina c, lungo la strada mi mangio anche un panino che mi ero preparato la sera prima,un mandarino e finisco la bottiglietta di Aquarius che avevo. Sto prendendo delle caramelle al propoli ed eucalipto, e sembri aiutino abbastanza. Quando inizio a vedere Sarria mi mancano circa 9 km per arrivarci. Piove e smette, incontro un pellegrino spagnolo, lo saluto e non lo rivedo più. Appena arrivo in paese mi compro subito frutta, acqua e pane. Non credo di uscire molto nel pomeriggio. Anche perché piove e tira aria... Meglio evitare. Entro in albergue e ci sono già dentro 3 ragazzi koreani. L hospitaler@ non c'è, sulla scrivania c'è un biglietto che dice passerà più tardi. Vedremo....
Arriva l'hospitalera, típica signora gallega, scendo per registrarmi, si apre la porta e appare l'ungherese, che bella sorpresa. Mi saluta e mi chiedo come sto, gli spiego più o meno, ce la ridiamo. Si registra anche lui e poi si accomoda. Va al supermercato, intanto attiva anche il signore Australiano, quello che andava come un treno. Saluto anche lui, mi dice se ho dormito a Triacastela, gli dico di sì, nell'albergue de la Xunta. Lui non so dove abbia dormito. Siamo già in sei. Per fortuna sono già apposto con le mie cose Pellegrine, così mi butto un po' a riposare, sperando il raffreddore smetta di rompere,😀

mercoledì 25 gennaio 2017

16 FOTO

16 TAPPA

La notte passa tranquila, mi sveglio alle 5 per bisogno fisiologico ma poi ritorno nel calduccio del mio sacco a pelo.Alle 7 e 45 l'Ave Maria si sparge per l'albergue è la sveglia, di lì a poco sarà pronta la colazione. Mi preparo e vado a desayunar, c'è pane tostato,burro, marmellata di fragole o pesche, miele, nutella finta, caffè,latte, delle merendine confezionate e della spremuta d'arancia. Ci sono anche muslei e cereali. Arrivo per primo e comincio a mangiare arrivano subito anche gli altri due. C'è solo il cuoco, quello che mi dice San Francesco, davvero splendida persona. Tra una cosa e l'altra, tra fare due chiacchiere, lavarmi i denti, regalargli due bamboline tipiche messicane si fanno le nove, meglio partire. Oggi c'è il Cebreiro. La comodità dell'albergue è che in poco più di 10 km sei già sotto la webcam. La cosa meno divertente è che fa fresco e, la parte in penombra ha strati di ghiaccio che bisogna studiare bene come affrontare. Quando inizia la salita mi si avvicina il signore Australiano,va come un treno. Gli dico che me la prendo comoda, infine non ho fretta. Lo vedo correre verso la cima, è partito ieri, è ancora fresco 😁 . Prendo il mio passo, il panorama è fantastico, faccio qualche foto. Quando esco dalla penombra mi tolga la giacca, arrivo a La Faba, vedo un altro pellegrino che saluto, il bar è chiuso, ma ho tutto. Subito dopo il pueblo mi fermo a mangiare un arancio, mi rimetto lo smanicato, mangio pane e cioccolato e bevo abbastanza. Riprendo il cammino e, poco dopo mi scrive Oriano, chiedendomi se gli Hospitaleros sono proprio quelli del film, confermo in pieno. Continuo la camminata in salita,alle 11.41 dopo essermi fermato in un bar al Cebreiro per un buon tè verde, individuo la webcam dell'albergue de la Xunta de Galicia, è nella finestra più alta. Faccio uno screenshot al telefono e la mando ad Oriano. Subito dopo l'albergue c'è una salitina impegnativa tutta ghiacciata. Me la prendo molto comoda. Tiro fino al Alto do Poio. La salita che porta al bar è davvero tosta. Entro ed incontro l'australiano, sta finendo di bere un tè. Mi chiede come sto, gli dico más o meno, sono un po' stanco. Al bar mi fermo circa una mezz'ora, prendo un paio di Aquarius una bottiglia d'acqua e mi faccio preparare un bocadillo de jamón per il cammino. Alle 14,30 sono in strada un'altra volta. Se riesco ne faccio altri 13 fino a Triacastela. La signora del bar mi dice che il più è fatto. Le sorrido pensando, ok ma mancano ancora tredicikilometriostia. Me la prendo comoda, il sentiero costeggia la strada ma questa volta è discesa. Così un po' respiro. Poco dopo de O Biduedo o qualcosa di simile vedo che sono le tre e decido di mangiarmi la metà del panino comprato. Vedo altri pellegrini, sono 3 e sono orientali, di dove non saprei, ci salutiamo ed al Sasso al sole successivo mi fermo. Mi mangio con gusto il mezzo panino. Riprendo e mancano circa 10 km. Adesso si, abbasso il ritmo, mi copro per la digestione, e scendo tranquillo. Cammino bene, oggi voglio fermarmi nell Albergue della Xunta. All'inizio del pueblo. Ci arrivo alle 17, non c'è nessuno, ma. C'è un privato aperto, magari australiano è la. Mi fermo qui, do i soldi al comune....Chiedo se c'è la cucina,non c'è ma ci sono un paio di supermercati aperti, così ne approfitto per andare a comprare qualcosa di leggero per la cena. Nel frattempo mi mangio anche l'altra metà del panino gigante che avevo.sbrigo le faccende da pellegrino e mi.metto un po'di crema di aloe vera nei piedi e nelle gambe, davvero confortante. Se non arriva nessuno avrò l'albergue per me... Chissà.

martedì 24 gennaio 2017

15 FOTO

15 TAPPA

Alle nove esco dall'hotel. Avendo la colazione inclusa ne approfitto per portarmi alcune arance per il cammino. Il cammino al principio è tutto su strada, dopo Villafranca del Bierzo si cammina al lato di una statale. Il freddo non è eccessivo, non si ghiaccia l'acqua, così che bere non è un problema. A Villafranca incontro un pellegrino spagnolo che si fa il cammino correndo. Era uscito alle sette da Ponferrada e tirava fino al Cebreiro. Prendiamo un caffè assieme, subito dopo entra un altro pellegrino, un italiano che dice di aver dormito per strada, ha le mani ghiacciate. Saluto tutti e riprendo la marcia, dopo Villafranca si prosegue in fondo ad una valle, molti tratti sono ghiacciati , soprattutto quelli in ombra meritano attenzione particolare. A Pereje mi fermo per un bocadillo de jamón per il cammino, mi bevo un Aquarius e riprendo la marcia. Al pueblo successivo mi fermo in un altro bar per un tè caldo con del limone, dopo 2 minuti arriva l'italiano, è un ragazzo di Torino che ha studiato pasticceria, facciamo due chiacchiere e poi riprendo. Dopo una mezz'ora mi mangio la metà del bocadillo, è quasi l'una. Chiamo l'albergue per sapere se è aperto e non avere spiacevoli sorprese come ieri. Mi risponde un signore simpatico che mi dice che mi aspetta. Arrivo verso le 15 a Ruitelan, non c'è molto così trovo subito l'albergue. Mi riceve un tipo muy buena onda, mi chiede se in Messico mi dicono güero, gli rispondo di si. Poco dopo esce un altro signore ei chiede se avevo chiamato, rispondo di si, molto simpatici tutti e due. Albergue molto ben tenuto, piccolino ma pulito e con il necessario. C'è un ragazzo Tedesco, mi chiede da dove sono partito oggi, quando gli dico CACABELOS sbarra gli occhi, non per la strada, ma perché pensava che l'albergue fosse chiuso. E si è fatto 8 km in più. Gli dico che avevo chiamato e che mi avevano detto che era tutto occupato,la signora simpatica di ieri. Ma nemmeno lui ci crede. È difficilissimo credere a una vaccata del genere. Anche perché non ci sono molti pellegrini,magari da domani cambia,ma fino ad oggi siamo pochini. Comunque, mi faccio la doccia, approfitto per lavare ed asciugare tutto. Mangio un arancio scrivendo il blog. Alle 19.30 si cena. Domani si entra in Galizia.
Gli hospitaleros mi sembrano faccie conosciute, ed in effetti li avevo visti in un film Tres En El Camino...Sono davvero simpatici, il cuoco mi dice che sembro San Francesco 😌, mi capita sempre, in tutti gli ultimi cammini che mi dicano così. Preparano la cena loro, per 8 euro i menù comporta crema de zanahoria, ensalada y espaguetis a la carbonara, versione europea, e cioè con un po'di panna mescolata all'uovo. Almeno, questo mi dicono. Arriva anche un Australiano, mentre un altro pellegrino alle 18,20 passa sotto l'albergue è tira dritto. La cena è ottima. I tipi che gestiscono il tutto ottime persone. Domani ci consigliano di uscire dopo le 8.30 prima è tutto gelato. Così ci mettiamo  d'accordo per fare colazione alle 8. Ascoltando loro parlare capisco che, i coreani hanno un volo gratis per fare il cammino, alcuni hanno una specie di sovvenzione statale od universitaria. Sembra più avanti ce ne siano abbastanza. Domani vedremo.

lunedì 23 gennaio 2017

14 TAPPA

La giornata inizia così così, non dormo bene e mi mette nervoso. Alle 7.30 suona la sveglia, mi alzo e scendo a fare colazione, c'è anche L'ungherese più una signora francese arrivata ieri sera e che oggi termina il suo cammino a Ponferrada. Con l'ungaro ci scambiamo la mail, lui oggi si ferma prima. Inizio a camminare verso le 9. È una discesa continua fino a Molinaseca. Un cane gigante mi accompagna per buona parte del cammino. Sempre a 25 metri di distanza, se ne va poco prima di entrare a Molinaseca. C'é qualche bar aperto, che non fa mai male. Alle 12.30 guardo da fuori il Castillo Templare de Ponferrada. Mangio qualcosa e riparto. Mi mancano circa 13 km al destino finale. Il Cammino scorre via tra le valli del Bierzo. All'arrivo scopro che l'albergue è chiuso, nonostante lo davano per aperto. Chiamo il numero è una signora scazzata mi dice che l'albergue è pieno. Non ci credo ma tant'è. La soluzione è un hotel poco fuori dal cammino.

14 FOTO


domenica 22 gennaio 2017

13 FOTO

13 TAPPA

Oggi mi sveglio tardi. Spengo la sveglia e mi alzo quasi un ora dopo. Mangio qualcosa e alle 8.45 sono in cammino. Parto tranquillo, c'è solo una strada che porta fuori da SANTA CATALINA DE SOMOZA, purtroppo nessun bar è aperto. Ma, vista la stagione è normale. Parto per primo, non so dove si fermano gli altri, ho mezza idea di dove arrivare. Il cammino è lungo la statale, fa fresco anche oggi ma non ghiaccia l'acqua. Menomale, riesco a bere con regolarità e mi.aiuta un sacco. Dopo la prima ora di cammino mangio albicocche secche, un po'di cioccolato. I primi due paesi non trovo nulla di aperto. Nessun problema, tiro dritto. Poco dopo Rabanal del Camino mi fermo in una panchina al sole, mangio uno yogurt,un altro po'di cioccolato ed un mandarino. Inizia un po'di salita, me la prendo comoda, non ho nessuna fretta. Verso le 12.15 arrivo a Foncebadon. Stanno costruendo un sacco di cose nuove, albergue, case, etc. Mi fermo al primo posto aperto per un panino ed un tè, poco dopo arriva l'ungherese, anche lui mangia qualcosa li. Riparto verso l'una. Arrivo a la Cruz de Hierro e vedo alcune persone, lascio quello che devo lasciare, faccio una foto, scopro che, dall'altra parte della strada hanno costruito una  area di sosta per pellegrini, non me la ricordavo. Al terzo cammino vedo la questo posto con il sole, a marzo ed in maggio mi era toccata neve, incredibile.
Sto lì un po', poi riprendo. Il clima è buono, considerando luogo e stagione, non ci può lamentare assolutamente. Sembra che dalla prossima settimana inizi a nevicare...vedo cosa succederà. Il percorso è molto bello, il sentiero ben segnalato, gente non c'è né. Ma almeno passano un paio di caprioli, qualche rapace. Insomma c'è vita, appare in lontananza Manjarin, passo veloce e questa volta non entro. Tiro ancora un po' ed inizia una lunga discesa di qualche km che mi porterà fino a El Acebo. É abbastanza faticosa, me la prendo super comoda, quando arrivo arrivo. Uscendo dal pueblo si incontra l'albergue meta finale di oggi. Dopo mezz'ora arriva anche l'ungherese.

sabato 21 gennaio 2017

12 FOTO

12 TAPPA

Ieri sera, assieme all'ungherese ci facciamo una pasta alla carbonara, e come antipasto Quesadillas. Mangiamo verso le 7, dopo arriva in albergue una signora francese, alle otto appare anche l'altra persona che aveva lo zaino li. Credo sia Spagnolo, non parla molto. L'albergue è comodo, purtroppo per i bagni bisogna attraversare una corte e non è il massimo. Alla sera fa freschino. Per fortuna fino alle 7 non mi da fastidio. Resisto fino alle 7.30 poi suona la sveglia e così mi vesto bene e vado a lavarmi la bocca. Ritorno, faccio sù il sacco a pelo, rifaccio lo zaino e sono pronto. Mi bevo un caffè alla macchinetta.  Alle 8 in punto esco dall'albergue, uscire da ÓRBIGO è semplice, c'è solo una strada. Al pueblo successivo è tutto chiuso. Tiro dritto. Anche quello dopo, come il primo, tutto chiuso. Nessun problema. Dopo un paio di tobogán di Terra mi fermo a fare due parole con David, il ragazzo che gestisce la Casa de los Dioses. Dopo l augurio di buena Vita proseguo il cammino. Alle 12 sono seduto ad Astorga a mangiarmi un bel panino di lomo frito con queso. Mi prendo un té, faccio una pausa di una mezz'ora che mi rigenera per completo. Salgo da pueblo bene, dopo circa un'ora c'è Murias de Rechivaldo, i bar sono dall'altra parte della strada, ed è passata meno di un ora dal panino così tiro dritto. Esce un bel sole caldo che scalda abbastanza da farmi togliere la giacca. Poco prima dell e 14 sono seduto su una panchina con vista sulla chiesa di Santa Catalina de Somoza. Piccola pausa per togliere gli scarponi e mangiare pipas de girasoles, semi di girasole tostati e salati. Faccio un po'di pausa. Riparto vedo una signora contromano con lo zaino, la salito e dopo 5 minuti sono in albergue. Me approfitto per una bella doccia calda lavo le cose del giorno e, vista l'ora e la fame ne approfitto per un menù. In questo momento aspetto la zuppa. Speriamo rimanga il sole, si sta davvero bene.